Realtà, fantasia e fatalità


La difficoltà a coniugare realtà e fantasia non è un problema che nasce con tinder ovviamente. Forse però il dating online rappresenta un occasione speciale per sperimentarne le implicazioni.

Il confine tra realtà e fantasia divide i sogni dalla realtà. Ci restituisce un’esperienza di vita ancorata ai suoi limiti. Ci aiuta a non impazzire, va però continuamente messa in discussione per poter evolvere e diventare adulti.. e poi invecchiare. Credo che tanto più avrò coltivato in armonia queste due tendenze, tanto più riuscirò ad affrontare serenamente i cambiamenti della mia curva esistenziale.

E infatti ogni tanto bisogna sapersi lasciare andare. Meglio il rimpianto (di non esserci riusciti) che il rimorso (di non averci creduto abbastanza). Seguendo la fantasia si trova la curiosità e così si scoprono cose nuove.

(Non avrei mai pensato fino a qualche tempo fa che mi sarebbe capitato di chattare con un sex-addicted. E che l’avrei trovato simpatico e innocuo. E che in seguito gli avrei parlato davanti ad una web cam.. e forse anche davanti ad un aperitivo??)

La fantasia è un elemento della realtà. Non è possibile rimuoverla e neppure renderla immortale. La fantasia produce incessantemente pensieri ed emozioni che subito dopo si trasformano in qualcos’altro.. ragionamenti, idee, azioni, fino a quello che scompare senza nemmeno lasciare traccia. La fantasia rappresenta quel surplus cerebrale che ci distingue dal mondo animale: la capacità di sentire e ragionare in astratto, a prescindere dall’esperienza di vita specifica che ci colloca in un determinato spazio-tempo-contesto.

Qualche tempo fa, sempre inchiodata in città nonostante l’estate inoltrata, ho assistito ad un incidente nel mio quartiere. Soccorro un ferito lieve, e faccio notare ai vigili che una delle due auto coinvolte ne aveva urtata una terza parcheggiata. Loro sostengono che no, quel “graffio” non poteva esser stato provocato dall’urto con la macchina che aveva perso il controllo della strada (forse dato l’orario notturno non volevano complicarsi il turno?).

Io insisto affinché verbalizzino invece che io ho visto la macchina slittare da quel lato e colpire quella parcheggiata. Torno a casa quasi all’alba, ripensando alla mia buona azione. Ho impiegato due ore del mio sonno per difendere la verità (esagerando..). Sono orgogliosa ma anche stanca. 

Il mattino dopo (cioè 4 ore dopo) mi citofonano. E’ il proprietario della macchina parcheggiata. Prendo la porta, obbedendo alla portinaia che mi dice “scendi che ti aspetta”. Io sto ancora dormendo quindi appunto eseguo senza pensare. Esco di casa in pigiama e prendo l’ascensore.

Mi aspettavo un altro genere di persona, il classico abitante arrogante del mio quartiere. Invece scendo e mi trovo davanti un giovane dinoccolato e riconoscente. Ci scambiamo il numero, i dati e lo stupore reciproco della buona predisposizione di entrambi. Vive di fronte a me, anche lui forse non è abituato a trovare molta gentilezza qua nei dintorni. Qualche giorno dopo mi scrive su whatapp informandomi che parte, mi ringrazia per l’aiuto, mi augura buone vacanze e mi dà appuntamento per colazione.. a settembre.. carino.

E’ stato un incontro un po’ fatale, nel senso che il destino ha deciso per me. Quando l’incontro (on line o per coincidenze della vita reale, per amore, amicizia o lavoro) avviene al di là delle speranze o timori che abbiamo nutrito a riguardo (quando la realtà supera la fantasia e il nostro orgoglio), allora ci mette in discussione e ci può sorprendere.

A prescindere dall’incontro fatale, se la socialità fosse una possibilità reale per vivere meglio? e se io potessi avere un amico nuovo che vive di fronte a casa mia (non solo quello storico che conosco da 15 anni e che è come un fratello ma che insomma è sempre lui..). Se intorno a noi si creasse un po’ più di solidarietà? Se ci lasciassimo andare un po’ di più? Con il tempo però, nonostante gli standard del mio quartiere, ho deciso di viverlo comunque. Anche se mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Ho conosciuto persone interessanti. Anche andare a bermi il caffè sotto casa può essere una bellissima esperienza. Nonostante passino 50 anni tra la mia età e quella dei miei interlocutori, io mi trovo benissimo con loro.

Nella vita occorre coltivare entrambe le sponde: quelle che ti confermano e quelle che ti rimettono in discussione. Non bisogna mai rimanere troppo a lungo seduti sulla riva del fiume a piangere.

Quindi tra il cinismo di quelli che “tanto hanno già capito tutto della vita..”  e l’incoscienza degli altri che vivono una realtà ovattata fatta di sogni irrealizzabili, io scelgo la prudenza coraggiosa di farmi guidare dalla realtà attraverso il mondo dei miei desideri 😉

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=7v8zxoEoA_Q&w=420&h=315]

Un commento su “Realtà, fantasia e fatalità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *