Paolo che non sa quel che vuole (su Tinder?)

Paolo è un indeciso, non so se solo su Tinder, solo con me, o invece proprio di suo.

Ieri sono tornata dopo le mie ferie lampo. È si è fatto vivo Paolo, dopo un mese di silenzio telematico.

La vicenda con lui era stata travagliata.. per quanto mi riesca a intrigarmi, occorre essere ben equipaggiati di buona predisposizione per stargli dietro. Ieri comunque quando ho letto il suo messaggio mi ha fatto piacere.

“Come stai?” (domanda sopravvalutata e sottovalutata allo stesso tempo).

E ho pensato: “insiste.. per una volta lo fa qualcun altro”.

Poi stamattina si sono sommate un paio di brutte questioni nella mia vita e niente, mi sono un attimo scoraggiata, la pazienza per stargli dietro mi è passata e l’ho lasciato perdere.

Anche con lui c’erano stati appuntamenti rimandati e ancora rimandati..avrà cambiato idea (circa il conoscersi) almeno 6/7 volte, facendo pure quello che “comunque io cerco solo sesso”. 

Ad ogni modo.. anche lui l’avevo riconosciuto, almeno davanti all webcam. Le prime  2 settimane ci siamo scritti e telefonati un sacco. Mi chiamava dai posti più disparati.. mi ascoltava con l’auricolare e mi guardava.. , io gli parlavo e lui ascoltava, commentava a volte con qualche espressione. Era una cosa che mi piaceva da matti, ma volevo sentire a tutti i costi la sua voce. Ecco per me la voce di una persona è importantissima. Nel bene o nel male, che mi piaccia o meno, è determinante nello stabilire sintonia con un’altra persona. Quindi gliel’ho detto chiaramente: ora basta col mutismo, ora voglio sentire la tua voce. Una volta allora mi ha chiamato dall’ufficio, puntando le webcam verso di sé, mentre era impegnato in una conversazione telefonica.. mi è piaciuta un sacco la cosa (e anche la voce!). Quindi ho iniziato a dirgli che ero rimasta colpita (non l’avessi mai fatto..). Di lì in poi è andata tutto un po’ a rotoli…

 

 

 Un po’ di tempo fa mi sono imbattuta nel video di una conferenza dove una dottoressa (di non so cosa) esponeva i risultati di una ricerca. Per farla breve: sembrerebbe che se i nostri stati emotivi influenzano la nostra postura (tipo se sei triste, incurvi la schiena), in qualche misura sia vero anche il contrario. Ovviamente appena c’è stata l’occasione giusta c’ho provato: di fronte ad uno sconforto (di non ricordo quale genere), seduta alla scrivania ho raddrizzato le spalle e fatto un sorriso (ho pure uno specchio di fronte). A me sembra proprio aver funzionato…

 

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