La vena creativa

La vena creativa a volte ti prende all’improvviso, altre invece non te ne accorgi, inizi ad esprimere qualcosa di nuovo e senti un’urgenza delicata. Ma a prescindere da questo vorrei porre l’attenzione sul fatto che a volte arriva, altre no, vai poi a capire una volta per tutte che regole segue. Ė qualcosa di profondissimo che boh non sai spiegarti. C’entrano sicuramente le emozioni, ma a caso..cioé non é che siano proprio determinate emozioni a farti venire la vena creativa. A volte l’amore, altre la paura, altre la noia. E non é neanche un certo grado di intensità ad essere determinante. A volte basta un amore fugace, anche solo una sguardo e basta..

La vena creativa é però preziosissima, é il motore della vita. É quella spinta che ti recupera dal baratro, la luce in fondo al tunnel, é l’angolo che svolti e ti proietta in una nuova dimensione.

La scintilla di questo blog a suo tempo fu il Principe. Ma lui fu (solo) la crepa della diga, non volle mai lasciarsi andare a quel mare di emozioni che involontariamente aveva creato. Al Principe questo blog non piace, o meglio non piaceva, del fatto che io parlassi di lui. Anche se ora a distanza di anni, a rileggere della nostra storia, forse cambierebbe idea.

Ma chissà come sta il Principe. Delle mie esperienze di dating online mi rimane poco in fondo: il ricordo del principe e i puntuali auguri di rito di un ragazzo che conobbi a suo tempo attraverso Tinder. Non accadde nulla tra di noi, a parte una birra. Ma qualche messaggio di saluto senza alcuna malizia negli anni ce lo siamo sempre scambiati.

Il Principe me lo immagino più vecchio, non fisicamente, o almeno non solo. Lo immagino irrigidito di qualche anno (forse più di quelli passati) nei suoi atteggiamenti di chiusura-finta-apertura nei confronti del mondo. Forse un po’ depresso dalla fase covid. E lo immagino solo.

Caro Principe, anche se non leggerai mai le mie parole, cerca di riprenderti che ancora sei in tempo per svoltare l’angolo e recuperare nuove dimensioni, e la tua vena creativa. Non sei solo in realtà. Nessuno a guardare bene lo é, o lo é per forza. Nel momento di vero bisogno le risorde relazionali si tirano fuori. Ma attento alle lenti agonie..quelle per le quali non ti accorgi che ti stai accartocciando, e quando lo capisci poi davvero é effettivamente troppo tardi e anche le migliori risorse relazionali non bastano più. Allora lí sí che sei davvero solo, perché nella tua solitudine nessuno riuscirà piu ad entrare anche con tutte le migliori intenzioni del mondo.

Sul Principe ho scritto tutto, o quasi. Rimane inespresso solo un aspetto, velato, un’impressione che non sono più riuscita a togliermi di testa. E cioè una sua possibile omosessualità (anche se ha sempre negato di aver avuto storie o desideri a riguardo). Rimane però nitida quella sensazione, impressa durante il nostro ultimo incontro davanti ad un bicchiere di vino in uno di quei locali così simili a lui, svincolati da qualsiasi etichetta. Tanto da lasciare spaesati.

Chissà come stai caro il mio bel Principe, sarai riuscito a smettere di sentirti costretto dietro la maschera fragile del disinvolto? Accontentati delle tue fragilità che non hanno niente di speciale, e dagli un minimo di visibilità che a comprimerle cosí, alla lunga, finiscono a starti male addosso.

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