Mercoledì

Amor ch’a nullo amato amar perdona .

Questa è la storia forse più triste tra tutte quelle che ho mai raccontato. E’ lei a raccontarmela.
Vale la pena però ricordare un attimo il senso delle storie che racconto. Voglio ricordare del fatto che ripercorro gli incontri che ho vissuto io o altre persone che poi mi raccontano le loro esperienze su Tinder, ricostruendo dettagli e avvenimenti in modo creativo per comporre una narrazione che cerca un senso più profondo.
Nel dating online c’è chi cerca avventure o relazioni serie, c’è chi si apre ad un “dipende da chi incontro”, ma sospetto che tutti abbiano comunque obiettivi e ragioni più profonde di quelle che dichiarano.
Stravolgo quei dettagli che potrebbero in qualche modo rivelare l’identità dei protagonisti per preservare la loro privacy.
Ricordo tutto questo perché la storia di seguito in realtà è anche un messaggio per uno dei due protagonisti, quello che non conosce nulla di questo blog.

Lei. E’ sempre stata slanciata verso la vita, l’ho sempre invidiata per questa capacità, una forza interiore più forte di tutte le avversità, di qualsiasi oscurità. Su Tinder approccia più per curiosità che interesse sessuale o ancora meno sentimentale. Ha bisogno di buttarsi non si sa bene verso cosa. Dopo qualche chat e un incontro piuttosto deludente si ritrova un pomeriggio tardi ad aspettare Filippo. Mentre lo aspetta riceve una telefonata di lavoro e, nel frattempo che parla al telefono, lui arriva. Lo conosce così mentre parla al telefono, gli fa un cenno con la mano per chiedergli di aspettare un attimo e pensa “diomio no”.

“Sere non si è trattato di una questione prettamente estetica, è stata come una scossa che ho avvertito e che mi ha trasmesso un senso di completa estraneità. In realtà ora, dopo un’eternità e il cuore a pezzi, lo so cos’era quella sensazione: era una me inedita, era una sensazione che non avevo mai provato prima. Miodio capisci? Io ho scoperto l’amore a quarant’anni. Sere, io mi sono sposata senza aver capito cos’era l’amore”

Filippo viene da un altro pianeta (mi ricorda il Principe…che ancora ogni tanto si fa risentire ma di questo mi rimetterò a scrivere prima o poi). Lei me ne parla con gli occhi del cuore 🙂 ed è evidente anche da fuori: è innamorata senza soluzione di continuità. Ci metterà un po’ a riprendersi penso. Ad ogni modo lui è fuori da qualsiasi canone. Mentre lei di esperienze di relazioni (o parodie di relazioni) ne ha fatte tante nella vita, pure troppe, lui molte meno, anzi pochissime. Lui è come se fosse completamente fuori dalle coordinate delle persone normali che si relazionano secondo regole più o meno comuni. C’è chi cerca l’amore, chi cerca avventure, chi si innamora e chi no, chi soffre e chi la butta sul cinismo. Lui invece quando incontra lei è una tabula rasa. Non sa neanche da dove cominciare. Eppure comincia, ci prova, si butta anche lui.

Durante la birra che si bevono il ghiaccio si scioglie e iniziano con le solite cose. Che lavoro fai? Quali sono i tuoi hobby? Ma parlano soprattutto di lavoro. Si agganciano su quello. E c’è un momento che cambia tutto, lei lo guarda, negli occhi, e lo sente chiaramente: “cazzo ma questo mi piace??”. E’ una sensazione strana ma proprio nitida. E’ palpabile. Non è quasi neanche più un’emozione, è qualcosa di più.

Iniziano così a frequentarsi, col tempo sempre più intensamente. E quella sensazione non solo rimane, ma si conferma, cresce, sempre di più. Nonostante la vita frenetica di entrambi si vedono regolarmente, fanno cose, vedono gente, si divertono. E fanno l’amore, sempre con un trasporto che “Sere per me ogni volta era un’esperienza pazzesca, qualcosa che boh io non riesco neanche a descrivere”. E dormono insieme abbracciati, e fanno l’amore e si abbracciano per dormire: era un incastro perfetto. Non c’era niente che stonasse. Profumi, odori, suoni, carezze e piacere: era tutto mescolato insieme nel miglior cocktail di sempre. “Facevamo l’amore guardandoci dritti negli occhi, sempre… o quasi…cazzo Sere non riesco neanche a parlarne”

Fino a un certo punto. Fino a quel fatidico mercoledì. Succede che lei inizia a farsi qualche domanda in più: ma stiamo insieme? Devo considerarmi single? Lui proverà le stesse cose che provo io? Iniziavano ad andare verso qualcosa di più serio ma le sembrava che qualcosa non tornasse, come se le cose andassero in quella direzione senza nessuno alla guida.

“Ho passato i quaranta, ho una vita lavorativa molto impegnativa, due figli da crescere, non potevo permettermi di proseguire senza una bussola. Ero sicura che mi avrebbe detto –certo che provo lo stesso, è per questo che ti scrivo tutti i giorni, ti prendo per mano, ti ho fatto entrare nella mia vita– ero più che sicura… le mie forse non erano neanche domande”.

E poi invece la doccia gelata di quel mercoledì:
“Non provo quello che provi tu”

Piangeva Sere, piangeva mentre mi abbracciava e in fondo mi lasciava. Sono stata risucchiata dall’abisso, almeno per un momento sono precipitata. Ho raccolto tutta la polvere del mio cuore, quella che riuscivo, dopo l’esplosione, e poi mi sono alzata e me ne sono andata. Ma c’è una parte di me che è ancora là, chinata che piange mentre raccoglie polvere che le scivola via dalle mani. Polvere di cuore…contro il vento che se la porta via chissà dove. Brancolo ancora un po’ nel buio anche se è passata un’eternità. Non passa. Non passa Sere. Sono incastrata nella prima fase, non accetto, non riesco neanche a immaginarmi che possa essere vero e reale quello che è accaduto. Passerà, sì passerà, lo so. E so anche che rimarrà il ricordo dei sentimenti più preziosi. E so che sarò in grado di modellarlo per dargli un significato nella mia vita che non sia soltanto “mi sento le viscere frullate”. Diventerà qualcosa che mi accompagnerà per sempre. Che mi darà supporto e ispirazione. Arriverà il momento che tutto si risolverà dentro di me. So che ho la forza necessaria per accettare e rielaborare. Ma per ora Sere é solo un gran casino”.

Non so dire bene cosa penso di lui che non conosco. Non sono entrata nei dettagli di questa storia perché sennò scrivevo un romanzo. Senz’altro però qualcosa di lui sfugge…non si capisce bene perché abbia voluto coinvolgerla senza essere coinvolto. Anzi perché si sia fatto coinvolgere senza esserne convinto. Più di una volta lei gliel’ aveva detto “mi hai fatto scattare qualcosa dentro, tra i miei sentimenti”. Ora un qualsiasi altro uomo si sarebbe tirato indietro, in tempi record alle prime avvisaglie. Lui no, lui l’assecondava e si lasciava guidare per le vie impervie di questo labirinto. Sono stati per davvero e per alcuni lunghi momenti quelli che ce la potevano fare, a stare insieme seduti di fianco a questa magia che li seguiva ovunque andassero. Certo conosco solo la versione di lei di questa storia, ma non é una da grandi fraintendimenti. Mi piacerebbe indagare le regioni di lui perché l’amore così fa quasi paura. Ma ovviamente lo lasceremo nell’oblio dove ha deciso di tornare. Gli mandiamo, anzi gli mando io, giusto un messaggio.

Non è lei che dovrebbe farsi risentire nel caso in cui…quale caso? si disinnamorasse di te? Non succederà mai. Sei tu che dovresti farti risentire nel caso in cui capissi che ti sei sbagliato, che non hai colto cioè l’occasione di passare al livello successivo, non della storia con lei che chissà dove vi avrebbe traghettati, ma della storia della tua vita. Difficile? Certo, ma le difficoltà si affrontano con la prudenza, non con la paura.
Poi caro Filippo, rimane che molto probabilmente hai semplicemente scoperto un mondo (quello del sesso?) e forse l’hai confuso con qualcos’altro. Capita, ma avresti dovuto dirlo, avresti dovuto trovarle quelle parole che sono mancate. Quelle parole avrebbero aiutato lei a dare un senso a quel precipizio, e me a scrivere questa storia.

Ad ogni modo caro Filippo, non ti devi preoccupare per lei. Lei va avanti, non si arrende, non si butta giù, a parte le viscere frullate non ha alcuna possibilità di lasciarsi andare giù.

Quel mercoledì dopo il precipizio ha ricevuto la migliore notizia di sempre. Spinta sempre in avanti è scattata al livello successivo, anzi ha fatto un bel balzo a pie’ pari, direttamente in prima classe verso il futuro. E ti saluta 💚

E tu, cara Elisabetta, hai sì pensato che fosse amore, ma una cosa è certa: l’amore è solo corrisposto. Lo diceva Dante 7 secoli fa. Accetta il fatto che anche tu ti sei sbagliata e hai scambiato qualcosa per qualcos’altro. Capita. Chiediti scusa e fai pace con te stessa.

Quindi cari miei vi dedico una canzone, ma solo per un attimo perché questa rimane la mia canzone. Ma può aiutarvi a ricordare o imparare cos’è l’amore, qualora aveste occasione in futuro di sperimentarlo con qualcun altro e sul serio.


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