Dopo l’incontro con il sex-addicted (che forse è il più normale di tutti..)

Finalmente ho conosciuto alessandro. Ero davvero molto curiosa di capire che tipo fosse al di là della sua “dipendenza”. Ero riuscita qualche giorno fa a convincerlo a chiamarci su skyp per darci un’occhiata reciproca (ma con i vestiti addosso e senza l’intenzione di toglierli!). Aveva protestato, ma alla fine aveva accettato. E così eravamo riusciti a scambiare due chiacchiere davanti alla webcam. Lui ovviamente senza maglietta addosso aveva mostrato i suoi pettorali, ma si era limitato a questo.

Ci siamo incontrati nel mio quartiere. L’ho riconosciuto. Ma è stato facile: non si era mai nascosto. Però mi ha stupita.. anche qui la realtà ha superato la fantasia.. insomma pensa te che mi ha portata fuori a cena.. ma chi l’avrebbe detto? Io no ovviamente, un aperitivo visto che erano le 1930 giusto per guardarsi in faccia seduti da qualche parte a parlare, mi sembrava un buon compromesso tra la sua insistenza e la mia titubanza.

A tavola la faccenda è diversa. Vedere un’altra persona seduta a tavola a mangiare può rivelare molto di più rispetto al classico aperitivo. Innanzitutto c’è un menù da visionare, bisogna scegliere.. e poi l’attività principale è quella appunto di mangiare, e non di bere (pure super alcolici magari..)

Stare seduti uno di fronte all’altro a mangiare sentendosi a proprio agio è una questione (o una pratica..) che implica vicinanza non solo fisica (come ad esempio ad un aperitivo) ma anche mentale (e culturale forse..?)

Insomma se non c’è compatibilità.. a tavola lo scopri subito.

Siamo diversi e distanti, ma conoscendoci di persona si sono innescate diverse connessioni confidenziali: gestualità, dialettica, sguardi e ragionamenti ci hanno permesso di entrare bene in comunicazione durante la cena.

E’ una persona dai modi raffinati.. il ricordo della sua addiction espressa in chat non stride con questa immagine.. molto spontaneo e naturale.. su entrambi i versanti.. non sembra uno dalla doppia personalità, ma più semplicemente uno che ha imparato a coniugare bene le proprie pulsioni nel relazionarsi con gli altri. Forse non fa il medico a caso: proprio i dottori infatti instaurano una relazione di grande intimità (fisica e mentale) col paziente (o almeno quelli bravi..) mantenendo però il giusto distacco.. quello che permette appunto una certa libertà di azione in prossimità dell’altro.

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