L’influencer

Sono poco social, bazzico sulle piattaforme più utilizzate, pubblico qualcosa a fasi anche molto sporadiche. Ad ogni modo sbirciando in giro ultimamente ho scoperto un influencer. Non so se lui si definirebbe così, ma diciamo uno da centinaia di migliaia di follower insomma. Siccome mi piace un sacco decido di scrivergli, tanto non mi risponderà mai. E lo faccio dall’account instagram di questo blog. Prova del fatto che sono molto poco social: non ho neanche pubblicato sul mio stesso blog il link al profilo Ig. Ma poi…chi volete che si metta a seguire una che scrive di storie su tinder? Già ci vergogniamo a dire che frequentiamo qualcuno conosciuto lì, figuriamoci a dichiarare pubblicamente che si è interessati all’argomento. 

Io però dal mio back office del blog vi vedo quanti siete che venite a curiosare. Anni fa quando avviai il blog scalai senza alcuna intenzione programmata la serp di Google (questo la dice lunga sulle strategie SEO) e arrivai davvero a cifre di visite da capogiro.

Ad ogni modo, tornando all’influencer: é bello, troppo simpatico e intelligente, e aggiungerei anche e in un certo senso impegnato con i contenuti che crea. Quindi niente gli scrivo, lui non lo sa ma siamo fatti l’uno per l’altro (non me ne voglia la sua eventuale fidanzata).

“Ti ho scoperto da poco, sono poco social. Ti cerco quando sono giù di morale, ti potrei piacere”

Chiudo senza alcuna speranza mi possa rispondere.

E invece l’influencer (che mi immagino riceva chissà quanti messaggi) mi risponde ringraziandomi, o chi per lui chissà.

E allora insisto “no dai beviamoci un caffè” con un furbo riferimento ad un suo precedente post, poi furbo insomma…

Ovviamente non mi ha più risposto. 

Giorni dopo mi ricompare tra le stories e ci ripenso: (ok sarà come cercare un ago in un pagliaio, ma nella rarissima possibilità che sia abbordabile..) non é che avrà pensato che volessi stalkerizzarlo per il mio blog? A parte che sarebbe un’intenzione suicida.

Allora penso: ora gli scrivo qualcosa a riguardo.

Ma poi ci penso meglio: no questa é una buona ispirazione per un post per il blog. 

Non ho mai avuto alcuna speranza o velleità o desiderio che questo blog potesse diventare virale, al limite aiutare la persone a sentirsi meno in imbarazzo a tirar fuori le proprio esperienze di dating online. La tecnologia ci ha rivoluzionato l’esistenza, tinder azzarderei a dire che addirittura ha toccato corde molto profonde. Le persone finiscono a fare figli con gente conosciuta su tinder: dritto al cuore delle strutture parentali.

Ma torniamo all’influencer e passiamo al “tu”:

 ti ho contattato dal profilo del blog perché dentro al mio blog ci trovi la parte più vera e profonda di me. Certo non c’ è manco una foto di me, se non piccoli particolari sfocati, certo ti sembreró un po’ fuori di testa, certo sicuro sei super fidanzato con una strafiga super intelligente, certo però che… non si sa mai.

Ecco quella del “non si sa mai” è un’arma a doppio taglio che però rappresenta bene la nostra epoca tecnologica.

È un’attitudine che può portare anche molto lontano e anche senza particolari meriti. Può essere anche un po’ la rovina di questa fase dell’umanità.

Però é anche l’attitudine di chi ci prova con criterio, creatività e un obiettivo di buon senso.

Insomma la mia teoria del “non si sa mai” é che bisogna calarsi nel contesto, viversele le cose che ci circondano con estremo coinvolgimento, una ricerca su campo dove soggetto e oggetto della ricerca un po’ si confondono anche (non me ne vogliano gli antropologi).

E tu caro influencer, quale alla fine sei diventato, fai bene, fai ridere e a me hai fatto anche un po’ sognare (che non fa mai male).

E a te dedico questa canzone ripresa in mano di recente grazie a un incontro un po’ fatidico. 

(dolores quanto ci manchi)

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