Mercoledì giro di boa: la negoziazione

Le storie che racconto nel mio blog talvolta sono brevi escursioni su istantanee che mi sembra possa valere la pena raccontare, a volte i racconti si snodano su diversi post che narrano una storia più lunga. E così  alcuni dei protagonisti assurgono a “categoria”.

Oggi, dopo un sacco di tempo, annuncio che il blog ha una nuova categoria (era un po’ appunto che non succedeva). Con quasi un po’ di commozione quindi è nato: L’ingegnere!

Dentro L’ingegnere! ci stanno due storie (Mercoledì e La rabbia una domenica) che per certi versi sono diverse, per altri sono la stessa, e questa, e forse qualche altra nostalgia.

Questa sarà una categoria un po’ diversa dalle altre. Sempre relazioni tentate che finiscono in parodie, da diverse persone, mischiate tra loro, non vissute da ma in prima persona, o non tutte, o chissà, ma questo poco importa.

Il filo rosso di queste storie direi che è il coraggio, quello giusto, quello rivolto verso qualcosa che abbia senso.

Riprendo il discorso quindi da Questo, quello che sarebbe dovuto essere un surrogato dell’ingegnere, almeno da un punto di vista molto pratico. E dalla rabbia di lei, quella domenica. Ma riprendo anche la storia di Filippo e Elisabetta.

A me spiace perché chi capita sul mio blog e legge l’ultimo post non capisce un cazzo. Ma tant’è: per capire le cose spesso bisogna andare a ritroso (in questo caso i link appena inseriti).

Lei dopo l’ingegnere e, ancora prima, dopo una terribile storia con un narcisista non ha più alcuna energia né voglia di stare dietro a qualcuno. Il suo intento è solo quello di trovare qualcuno con cui passare ogni tanto qualche ora piacevole.

Ma cavolo, cara lei, come hai fatto a pensare potesse essere facile. Le cose belle, più o meno impegnative, sono sempre rare.

Lei la conosco bene, è amica da una vita. Single, figli, carriera, tutto da sola, senza mezzo aiuto, mezza raccomandazione, mezza scorciatoia. Con una serie di ulteriori rompimenti di coglioni che davvero boh. Ma è una di quelle persone che ad un certo punto della sua vita è riuscita ad accedere ad alcuni meccanismi interiori che l’hanno fatta rinascere.

Ha avuto sì questo intoppo col narcisista ma anche in questa situazione ha tirato fuori i cosiddetti. Avvocati e psicologi glielo ripetono, è in gamba per come ha gestito la cosa. Avete presente cosa succede quando a rompere una relazione profonda con un narcisista è la vittima (poi “vittima” lei lo sa di non essere vittima)?  È la guerra più violenta che si possa immaginare. 

Ecco è passata attraverso il terrore, oltre che al dolore, con la calma del buddismo preoccupandosi di proteggere i suoi figli e non perdere il lavoro. È stata trincea (anche se lei è modesta, mi dice sempre: non esagerare c è molto peggio nella vita degli esseri umani).

Quindi lei conosce Questo che le piace fin da subito e per un po’ lascia le redini, per la prima volta, gli lascia fare insomma. Questo ha tutte le carte in regola, insomma le pare uno normale, almeno in apparenza. Però col passare delle settimane c’è una cosa che sistematicamente succede ogni volta che si vedono: lui la pacca. Che detto così sembra un simpatico ossimoro. Insomma, lui le dà un appuntamento, la pacca, lei glielo fa presente, allora lui riprogramma e si vedono. Succede una volta, poi ancora, poi ancora una volta, poi è seriale, cazzo. Così un giorno lei gli dà del demente, con gentilezza e tenerezza. Ha deciso che con lui l’approccio sarà: cuore aperto, piedi per terra (che è la citazione di una persona gentile).

Alla fine di un lungo scambio di messaggi e appuntamenti si vedono e si baciano. È bellissimo, davvero. Però è mercoledì, cazzo (prima di vedersi lei c’aveva pensato, facciamo un altro giorno, poi però aveva deciso di lasciare che le cose andassero senza controllarle..)

Per una serie fortunata (o sfortunata) di eventi, proprio nel momento in cui si incontrano, lei riceve una mail, ma non se ne accorge. Fosse successo due minuti prima l’avrebbe vista. Ma no il destino ha deciso così.

Il mattino dopo, sveglia all’alba, anzi prima, come ogni mattina, mentre beve il caffè prende il telefono, dimenticato dalla sera prima, quasi scarico (devo metterlo in carica subito) e vede la notifica. L’ingegnere dopo mesi, le ha scritto. Cazzo.

E c’è questo rigurgito di nostalgia, amore, rabbia, e di caffè e biscotti. 

Mi sarebbe piaciuto scrivere questo post intitolandolo con un altro giorno della settimana (chessò venerdì), ma la creatività dell’ingegnere ha voluto che si rifacesse vivo con Elisabetta proprio di mercoledì.

Quindi breve overview: i due si conoscono si frequentano, grande trasporto, ma è soprattutto lei a guidare lui che alla fine confessa di non corrispondere i suoi sentimenti. Cioè pure un po’ noiosa come storia, se non fosse che si sono conosciuti su Tinder, se non fosse stato per il trasporto di lei e per la sua vena poetica, forse non ne avrei neanche scritto.

Ad ogni modo, come era giusto che fosse, Elisabetta aveva subito chiuso la relazione. Lei, e solo lei. Perché fosse stato per lui in fondo sarebbero potuti anche andare avanti all’infinito. Lui in effetti era rimasto passivo e senza molte spiegazioni.

Qualche tempo dopo quel fatidico Mercoledì lei decide di scrivergli, giusto qualche parola, di conciliazione. Quindi opta per una mail. Non posso né avrebbe senso inserire qua l’intero testo della mail che ho letto, ne metto solo un pezzettino, in fondo la parte più importante:

“Sappi che se tu volessi o sentissi mai il desiderio non dovresti farti alcun problema a chiamarmi. Però ti chiedo di farlo perché nel caso hai capito che anche tu provi lo stesso. Cioè non lo dico con la speranza che tu lo faccia, ma per chiederti di non farlo se non per questa ragione. Insomma non c’è bisogno di rispondere a questa mail

(oddio forse la doppia negazione l’ha mandato in confusione…)

“Sere ero convinta non mi avrebbe risposto, certo sapevo che gli sarei mancata e che quella magia si sarebbe fatta sentire come nostalgia anche per lui. Che sarebbe stato difficile anche per lui (mai come per me ma vabbè)”

E invece il demente (anzi no, demente alla fine è un altro..ma ci tornerò col prossimo post), l’ingegnere, le scrive, e non per scriverle “alla fine ho capito che anche io provo lo stesso”. No l’ingegnere rilancia (cristosanto):

“sappi che se mi chiamerai da me troverai solo rispetto”

Ma che cazzo vuol dire? Sesso con rispetto? be ci mancherebbe..

Allora: 

è difficile? si

doloroso? si

Però caro il mio ingegnere tira fuori i coglioni e vai avanti per la tua strada, senza girarti indietro. Ci siamo dati tanto, il pezzettino di vita camminata insieme ha avuto per entrambi un senso importante.

Tu l’hai aiutata a uscire da un incubo.

Lei ha aiutato te a uscire dall’oblio relazionale.

Ora è arrivato il momento per entrambi di proseguire da soli.

Buttati ingegnere, buca quel velo, con le donne e sul lavoro. Hai la stoffa per farlo quel salto in avanti. Senza rimpianti.
La magia che vi siete reciprocamente regalati vi accompagnerà nelle mille avventure che la vita ha in serbo per voi.

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